Se già normalmente le donne sono più a rischio di sviluppare ipotiroidismo rispetto agli uomini, in gravidanza questa tendenza è ancora più evidente. L’ipotiroidismo rappresenta infatti la malattia tiroidea correlata alla gravidanza più comune e colpisce dal 3 al 5% delle donne.
In gravidanza, si riconoscono due forme di ipotiroidismo:
Se durante la gravidanza l’ipotiroidismo non viene trattato si possono verificare le seguenti complicanze:
Inoltre, il passaggio degli ormoni tiroidei dalla madre al feto attraverso la placenta è molto importante per lo sviluppo cerebrale del feto, in quanto nella prima fase della gravidanza la tiroide del feto non si è ancora sviluppata.
Da tutto questo si deduce come sia estremamente importante diagnosticare tempestivamente l’ipotiroidismo durante la gravidanza per iniziare in maniera precoce una terapia appropriata.
La diagnosi dell’ipotiroidismo in gravidanza può risultare spesso difficoltosa, anche nel caso dell’ipotiroidismo clinicamente evidente, in quanto i sintomi che lo caratterizzano, quali debolezza, difficoltà di concentrazione, intolleranza al freddo e perdita di capelli, sono sintomi che spesso sono tipicamente presenti nelle gestanti.
Per una corretta diagnosi possono essere necessarie:
Anche le donne con ipotiroidismo già diagnosticato e trattato al momento del concepimento devono comunque sottoporsi a continui controlli del profilo tiroideo in quanto durante la gravidanza si verificano cambiamenti fisiologici che portano ad un aumento dell’attività della ghiandola tiroidea e conseguentemente del fabbisogno di iodio e che spesso richiedono aggiustamenti della dose di farmaco assunto.